Esportare vini in Cina e in America non è un affare tanto facile, perché potrebbero sopraggiungere limitazioni ed ostacoli. Questi riguarderebbero l’attività di export e, soprattutto, le criticità alla dogana.
Esportazione dei vini in America, la procedura
Per quanto riguarda l’America, sono soprattutto due i problemi che frenano l’attività di export nei territorio statunitense: l’eccessiva concentrazione della distribuzione dei vini, causata dalla presenza di 7 catene che lo esportano, distribuendo circa il 57% del prodotto; l’estrema rigidità nella legislazione di esportazione, consentita esclusivamente se si è in possesso di una specifica licenza. A tal proposito, questi permessi sono di natura statale, dunque di non facile reperibilità per tutte le tipologie di aziende.
È, così, comprensibile come una piccola impresa non riuscirà mai (o sarà davvero difficilissimo) ad entrare nel mercato statunitense per la distribuzione e l’esportazione del proprio prodotto vinicolo. Inoltre, la catena di distribuzione americana dei vini chiede grandi volumi di produzione e, dunque, troverà un accordo con un’azienda soltanto se le assicurerà tra le 400 e le 500mila bottiglie per volte. Sicuramente, non una cifra da poco.
Visiti i numerosi ostacoli da superare, l’unica soluzione rimane la richiesta della licenza; essa conferirà tre importanti vantaggi all’azienda che desidera fare export di vini in America: essa acquisisce anche la qualità di distributore e, in quanto tale, potrà fare accordi con altri distributori in altri stati; potrà vendere vino direttamente agli esercizi al dettaglio; potrà ricavare un margine di guadagno impensabile nel territorio di appartenenza, con un ricarico del 400%.
Esportare i vini in Cina
Anche nel paese dagli occhi a mandorla l’export dei vini non è gioco facile. Comporta, infatti, tempi e costi importanti, tempi di consegna assolutamente incerti. Inoltre, anche per la Cina è necessario il possesso di una licenza e altri complessi iter burocratici. Vediamoli nel dettaglio:
obbligatoria registrazione presso la dogana cinese per il paese esportatore di vino al fine di ottenere uno specifico codice d’ingresso;
possesso obbligatorio della licenza per effettuare l’attività di export;
spedizione del prodotto da accompagnare con una mole importante di documenti (fattura, certificato di analisi, sanitario e per la libera vendita…), da presentare a loro volta alla dogana cinese;
indicazioni in etichetta da scrivere in lingua cinese. prima di varcare i confini di passaggio della dogana. Cosa fondamentale, l’etichetta dovrà passare al vaglio della dogana cinese, prima di essere apposta sulla bottiglia di vino e superare la barriera in entrata. L’ingresso dei vini in territorio cinese impiega all’incirca 1 – 2 mesi prima di giungere sul posto.
Nonostante né Stati Uniti né Cina dispongano di produttori locali di vini, le barriere doganali poste all’ingresso per l’arrivo degli stessi nei territori di riferimento non è impresa facile. Di certo, i produttori medio – piccoli difficilmente potranno entrare in un mercato così complesso e strutturato; tuttavia, anche le aziende di dimensioni più grandi potrebbero incontrare difficoltà nella loro attività di export a causa dell’iter burocratico eccessivamente complesso da dover espletare.