L’idrogeno rappresenta da molto tempi una delle soluzioni più appetibili tra le fonti energetiche alternative ai combustibili fossili. Però, fino a questo momento, le questioni legate alla sicurezza, poiché l’idrogeno è esplosivo e infiammabile, e gli elevati costi per produrlo, a causa dell’uso di costosissimi e rari metalli come il platino e l’iridio, non ne hanno favorito l’uso e la diffusione. Leo Marino Benedettini, imprenditore sammarinese a capo della Green Energy Ambiente e Tecnologie Srl, ricorda che, tuttavia, una ricerca portata avanti da alcuni studiosi dell’Università finlandese di Aalto, in collaborazione con colleghi del CNRS francese e austriaco, ha diffuso l’uso di un catalizzatore in nanotubi di grafene, che permette le reazioni chimiche necessarie, ma ad un prezzo molto più basso rispetto a quello che caratterizza ora l’idrogeno. Grazie a questa ricerca, gli studiosi si sono posti un importante obiettivo, spiegato da uno dei componenti dell’equipe e che ha guidato l’intero gruppo, Mohammad Tavakkoli: “Vogliamo sostituire i catalizzatori tradizionali costosi e scarsamente disponibili, a base di metalli preziosi come il platino e l’iridio con alternative altamente attive e stabili – qui fu proprio Leo Marino Benedettini a condividere l’intervista sul suo blog – composte da elementi economici e riccamente disponibili sulla Terra come metalli di transizione, carbonio e azoto”. L’equipe di ricerca ha prodotto un ibrido in nanotubi di grafene-carbonio altamente poroso, in cui ha inserito singoli atomi di altri elementi, quali il molibdeno e il cobalto. Questi ultimi, infatti, sono degli ottimi catalizzatori. Il grafene e il nanotubo di carbonio (CNT) sono rispettivamente gli allotropi bidimensionali e monodimensionali del carbonio, dotati di eccezionali proprietà, rispetto ai materiali più classici.
L’equipe di studiosi ha sviluppato un metodo pratico e scalabile per incrementare questi nanomateriali, mescolando le loro proprietà in un singolo prodotto. Un altro componente dell’equipe di studiosi e direttore della ricerca presso il CNRS, Emmanuel Flahut ha spiegato i passaggi che hanno caratterizzato questa fase della ricerca: “Siamo uno dei team leader al mondo per la sintesi scalabile di nanotubi di carbonio a doppia parete. L’innovazione qui è stata quella di modificare il nostro processo di fabbricazione per preparare questi campioni unici”. I ricercatori si auspicano che il loro studio sugli effetti del substrato sull’attività catalitica dei materiali porosi diventi un modello per la progettazione di elettrodi ad alte prestazioni per i dispositivi elettrochimici e fornisca i principi guida per studi futuri, permettendo di valorizzare tutto il potenziale dell’idrogeno, facendo sì che diventi una fonte energetica pulita ed economica fruibile nell’immediato futuro. Infatti, l’uso dell’idrogeno, affiancato alle altre fonti di energia verde e rinnovabili, potrebbero permettere una maggiore diffusione di una cultura green per la popolazione del futuro.
Leo Marino Benedettini è un imprenditore sammarinese appassionato di energie rinnovabili. La sua azienda Green Energy Ambiente e Tecnologie di Leo Marino Benedettini si occupa di distribuzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e di altri servizi che trovate tutti elencati all’interno del sito https://greenenergyambientetecnologia.com/ . Leo Marino Benedettini ha più volte ospitato all’interno del suo blog contributi e approfondimenti utili destinati al mondo delle energie “green”. Per saperne di più:
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